Lettera aperta alle autorità  in occasione della strage al Tribunale di Milano

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Al Presidente del Senato
Dott. Pietro Grasso

 Alla Presidente della Commissione Affari Costituzionali
Dott.ssa Anna Finocchiaro

Al Sottosegretario al Ministero dell’Interno
Dott. Domenico Manzione

Al Presidente del Tribunale di Milano
Dott. Roberto Bichi

Alle famiglie delle vittime della strage presso il Tribunale di Milano

 

La tragedia avvenuta il 9 aprile scorso dentro il Tribunale di Milano, dove un soggetto con gravi disturbi psichici e comunque in possesso di un’arma da fuoco ha ucciso tre persone,  è purtroppo un copione che si ripete frequentemente nel nostro Paese, mietendo vittime nei luoghi pubblici, nei luoghi di lavoro, per strada, tra le pareti domestiche.

Noi siamo due donne che in questi giorni, anche per il grande eco mediatico che ha avuto la vicenda, abbiamo rivissuto un dramma che ci ha colpite 5 anni fa, consumatosi sul posto di lavoro, nel luogo dove i nostri mariti andavano a svolgere il loro impegno con serietà , onestà  e entusiasmo.

Ci chiamiamo Gabriella Neri ed Elisa Pierotti, e siamo le fondatrici di ognivolta- Associazione familiari e amici di Luca e Jan ONLUS.

La nostra associazione, costituita il 23 luglio 2012, è nata dalla volontà  nostra e di chi con noi ha vissuto la tragedia consumatasi il 23 luglio 2010 quando, presso gli Uffici di Gifas Italia a Massarosa (LU),   i nostri mariti Luca Ceragioli e Jan Frederik Hilmer, dipendenti dell’azienda,  furono uccisi da un ex dipendente  da tempo sottoposto a cure psichiatriche (aveva anche tentato tre volte il suicidio e in due di queste occasioni era stato ricoverato con TSO), con un’arma da fuoco detenuta  legalmente e che, in assenza di ogni controllo e prevenzione da parte delle autorità  preposte, non gli era mai stata ritirata e/o sequestrata.

“Questa tragedia deve servire a qualche cosa, puಠservire a dire basta a queste armi nelle case e in giro con questa estrema facilità “.

Queste sono le parole della Signora Alberta Bramibilla Pisoni, madre dell’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani, ucciso presso il Tribunale di Milano, pubblicate a pochi giorni dalla strage sul quotidiano La Repubblica.

Parole che sentiamo nostre, che esprimono la volontà  anche in un momento così doloroso di trovare la forza per trasformare la rabbia e la sofferenza in qualcosa di costruttivo.

Lo stesso sentimento che ha fatto nascere anche la nostra associazione, che dal 2012  attraverso l’organizzazione di convegni, manifestazioni pubbliche, borse di studio,  giornate di riflessione, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo agli abusi e alle negligenze nel rilascio di porto d’armi e nella detenzione delle armi da fuoco.

Siamo costantemente alla ricerca di una collaborazione con enti e istituzioni politiche per sollecitare un miglioramento di norme e procedure.

Ma questo non basta.

Fondamentale per noi è far sapere che ci siamo, e che possiamo divenire una risorsa per i familiari e gli amici delle vittime del Tribunale di Milano, così come per tutti quelli che purtroppo sono stati colpiti dalla nostra stessa tragica sorte, un punto di appoggio e riferimento. Anche se niente ci restituirà  i nostri cari, noi stessi sappiamo quanto sia importante condividere il cammino insieme a persone che hanno subito il nostro stesso lutto.

Abbiamo conosciuto i familiari delle vittime della strage di Via Carcano a Milano, siamo entrati in contatto con la città  di Aci Castello, cercando di creare una rete per rafforzare  la nostra lotta, per unire le nostre energie, per intrecciare le nostre speranze, anche quando il ripetersi continuo di stragi per mano di squilibrati in possesso di armi ha minato la nostra fiducia e le nostre attese.

Desideriamo condividere il lavoro di questi anni sulla conoscenza delle leggi e sui possibili miglioramenti, i risultati del confronto con gli addetti ai lavori e con alcuni politici sensibili a questo problema.

E’ importante sapere che non si è soli, che qualcuno prima di noi ha già  intrapreso questa strada così faticosa, che ci richiede un impegno civile nonostante il dolore, la disperazione e la rabbia.

Diverse proposte di legge sono state presentate in questi anni. In particolare ci riferiamo al Ddl 1558 del 2009 presentato dalla Senatrice Marilena Adamo e da altri firmatari, decaduto nel 2013 e ripresentato con alcune modifiche col Ddl 583 del 2013 assegnato alla Commissione Affari Costituzionali dalla Senatrice Manuela Granaiola.

Come ben potete immaginare tali disegni di legge hanno subito attacchi e pressioni ostative da parte di categorie che vedono in essi una minaccia alle loro attività  o alle pratiche sportive e di caccia.

Sia Marilena Adamo  che Manuela Granaiola, oltre ad alcuni nostri politici locali,  in questi anni hanno lottato insieme a noi, facendoci partecipi delle loro richieste, delle loro proposte in Parlamento, spesso rimaste senza risposta.

Per questo ci auguriamo che il DDL già  assegnato sia messo al pi๠presto all’Ordine del Giorno.

Ci teniamo altresì a sottolineare il nostro impegno per  un continuo confronto con quanti, nella catena del rilascio del porto d’armi e nei controlli di idoneità  dei medesimi, possono comunque far funzionare meglio le norme che già  esistono, nell’attesa, che auspichiamo possa avvenire presto, di modifiche anche sostanziali della normativa attualmente in essere, a partire dai medici di base che con il rilascio del certificato anamnestico sono i primi ad attestare l’idoneità  per ottenere un porto d’armi.

Chiediamo alle autorità  politiche di riprendere in esame le proposte di legge che ancora aspettano di essere analizzate dalle Commissioni di competenza, e di sollecitare un iter legislativo che porti al pi๠presto a rivedere alcune norme che allo stato attuale non garantiscono la sicurezza della collettività  minata da armi da fuoco detenute da persone che potrebbero farne un uso letale, stravolgendo le vite di famiglie come le nostre.

Restiamo in attesa di un cortese riscontro, nel rispetto dei tempi che il dolore e la disperazione renderanno forse ancora lunghi per le famiglie delle vittime, e nella massima comprensione degli impegni delle autorità  politiche, anch’esse destinatarie della presente.

 

Gabriella Neri

Presidente œognivolta “ associazione familiari e amici di Luca e Jan “ Onlus

viale Giusti 391  55100 Lucca

Elisa Pierotti

vice Presidente €œognivolta €“ associazione familiari e amici di Luca e Jan €“ Onlus€

viale Giusti 391  55100 Lucca

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